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Jacopo Gasparini e il Governo dell'Eritrea (1923-1928)

Immagina una calda mattina del 17 luglio 1923, quando Jacopo Gasparini, un uomo che avrebbe segnato profondamente la storia dell'Eritrea, viene eletto governatore della colonia italiana. Era un momento di grande attesa e speranza per gli italiani che vivevano in Eritrea, ma anche per i popoli locali, ancora influenzati dalla dominazione coloniale. L’elezione di Gasparini rappresentava una continuazione delle ambizioni imperialistiche italiane nel Corno d’Africa.

Chi era Jacopo Gasparini?

Jacopo Gasparini nacque nel 1879 e, prima di assumere il suo ruolo di governatore, aveva accumulato significative esperienze all'interno dell'amministrazione coloniale italiana. La sua carriera politica si è contraddistinta per un approccio pragmatico e un forte impegno per lo sviluppo della colonia. Durante il suo mandato in Eritrea, che durò fino al 1928, Gasparini cercò di implementare una serie di riforme che miravano a modernizzare l'amministrazione e il sistema economico locale.

Le riforme di Gasparini

Una delle prime azioni intraprese da Gasparini fu quella di promuovere l'istruzione. Fatto significativo per un periodo in cui l'alfabetizzazione era bassa, Gasparini credeva che l'educazione fosse fondamentale per la crescita della colonia. Inoltre, implementò misure per migliorare le infrastrutture, costruendo strade e facilitando i trasporti, il che contribuì notevolmente al commercio e allo sviluppo agricolo della regione.

Politiche coloniali e interazione con la popolazione locale

Gasparini si trovò a gestire le relazioni con le comunità locali in un contesto di crescente tensione. Le sue politiche cercarono di integrare le esigenze della popolazione eritrea, pur all'interno dei limiti imposti dalla madrepatria italiana. Nonostante ciò, le sue decisioni furono talvolta criticate per la mancanza di sensibilità culturale e per l'imposizione di strutture amministrative estranee ai tradizionali sistemi locali.

Impatto a lungo termine

Il mandato di Gasparini è stato determinante per il futuro dell'Eritrea. Le sue riforme, pur con le loro imperfezioni, hanno avviato processi di modernizzazione che avrebbero avuto effetti a lungo termine. La sua gestione ha contribuito a creare una manodopera più addestrata e preparata, nonché a stimolare un senso crescente di identità tra le diverse etnie locali.

Contesto Storico

L’Eritrea fu formalmente annessa all’Italia nel 1890 dopo decenni di conflitti tra potenze europee e stati africani. L'interesse italiano per questa regione era iniziato nel XIX secolo, quando la nazione cercava di espandere il proprio impero coloniale in Africa. Il governo italiano stabilì basi commerciali e militari lungo le coste eritree e con il passare del tempo si consolidò sempre più nel territorio. Nel 1923, l'Italia era ben consapevole dell'importanza strategica dell'Eritrea sia come avamposto commerciale che come base militare.

Secondo i registri ufficiali del governo italiano, nel 1920 vi erano circa 60.000 italiani residenti in Eritrea, un numero significativo considerando la popolazione locale prevalentemente indigena composta da Tigrini ed altri gruppi etnici. La nomina di Gasparini al ruolo di governatore fu vista come un'opportunità per rafforzare ulteriormente l'influenza italiana nella regione.

Piani e Riforme Sotto il Governo di Gasparini

Gasparini si distinse fin da subito per le sue idee riformiste orientate allo sviluppo economico ed infrastrutturale dell'Eritrea. Durante il suo mandato dal 1923 al 1928, implementò una serie di progetti volti a modernizzare l'economia locale attraverso agricoltura intensiva e sviluppo minerario.

Nell'ottobre del 1925 a Asmara si tenne una fiera agricola che celebrava i successi dei programmi riformisti di Gasparini; centinaia di contadini locali parteciparono con entusiasmo all'evento mentre mostrano i risultati delle loro coltivazioni potenziate grazie ai nuovi metodi introdotti dal governo.

Cittadinanza Italiana: Un Tema Controverso

Un altro aspetto controverso del mandato di Gasparini fu la questione della cittadinanza italiana concessa ad alcuni cittadini eritrei sotto determinate condizioni. Secondo alcune fonti storiche, solo poche centinaia ricevettero questo status speciale durante gli anni della sua amministrazione; ciò suscitò tensioni tra coloro che si sentivano esclusi dalla possibilità d’inclusione nel sistema legale italiano e coloro invece che beneficiavano della nuova condizione.

Lavoro Forzato: Un Eredità Problematicamente Dura

Tuttavia non tutto era roseo sotto il regime coloniale guidato da Gasparini. Si dice che molte delle politiche implementate abbiano avuto gravi ripercussioni sui diritti dei lavoratori eritrei; tali misure spesso imponevano lavori forzati per costruire strade e ferrovie senza compensazioni adeguate.Ad esempio, secondo stime ufficiali emerse durante le audizioni parlamentari italiane post-coloniali nel dopoguerra sul lavoro forzato in Eritrea durante gli anni ‘20; circa il 30% degli uomini adulti nella zona veniva utilizzato in lavori gravosi senza retribuzione equa o supporto medico necessario.

Speranze Tradite? L'eredità duratura

L’eredità complessiva della governance di Jacopo Gasparini rimane dibattuta fino ad oggi. Se da un lato ci sono stati tentativi genuini volti alla modernizzazione economica ed alla creazione d’infrastrutture durature; dall’altro lato sussistono fortissime critiche sull'impatto sociale negativo provocato dalle politiche colonialiste oppressorie.A testimonianza dei danni provocati dai metodi colonialisti c'è la storia raccontata da Mohamed Haji Sulaiman , un anziano ex lavoratore forzato a Massawa: “Ci portavano via dalla famiglia senza preavviso, promettendo salari mai pagati.” Queste voci stanno lentamente emergendo dagli archivi storici mentre crescono l'interesse verso riconciliazioni storiche negli ultimi anni.”

La Solidarietà Pre-Social Media: Connessioni Umane nei Tempi Difficili

Anche se durante quegli anni non esistevano social media capacita’di diffondere messaggi immediatamente come accade oggi; erano comunque fortemente attive reti comunicative tradizionali quali catene telefoniche locali o annunci radiofonici dai luoghi pubblicamente accessibili dove si scambiavano notizie riguardo al benessere degli indigeni o delle famiglie inviate ai campimenti dove operava lavoro forzato.In molte occasionuoni venivano formati gruppetti spontanei creando così spazi sicuri dove ci si informava sulle azioni collettive necessarie nei momentei difficili.”Oggi viviamo nell'era dei social media nel 2023 è impressionante vedere quanto velocemente l'informazione possa essere condivisa su Twitter rispetto a quel tempo dove occorrevano settimane perché anche solo una notizia sulle repressione coloni fosse nota al mondo esterno.

Conclusioni Provocatorie

L’amministrazione inglese successiva (1941) coincise col passaggio dall’occupazione italiana alla britannica ; ma cosa resterà nell'immaginario collettivo riguardo queste esperienze sopravvissute? Ci permette forse riflessionil su quanta evoluzione possa avvenire sulla gestione territori ora rivendicati da diverse nazionalità ? Come ricorderemo questi eventi nel nostro presente intriso d'incertezza geopolitica ?Queste domande meritano ulteriore riflessione poiché chiedono non solo chiarimenti sulle responsabilità colonialisti storici bensì aperture nuove percorsi possibili nella comunità umana futura.

Domanda - Risposta

Quali furono le principali riforme introdotte da Jacopo Gasparini durante il suo mandato come governatore dell'Eritrea?
Quali sfide affrontò Jacopo Gasparini durante il suo governo in Eritrea?
In che modo il governo di Gasparini ha influenzato le relazioni tra Italia ed Eritrea?
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Gabriele Serra

Approfondisce il passato offrendo nuove intuizioni.


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