1971 – Le Nazioni Unite accolgono la Repubblica Popolare Cinese ed espellono la Repubblica di Cina
È il 25 ottobre 1971, quando un'epocale decisione viene presa all'interno dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. La tensione è palpabile nell'aria, mentre delegati provenienti da ogni angolo del mondo si riuniscono in una sala affollata. Il destino geopolitico dell'Asia Orientale sta per cambiare radicalmente: con 76 voti favorevoli, 35 contrari e 17 astensioni, l'Assemblea approva la risoluzione che riconosce la Repubblica Popolare Cinese (RPC) come l'unica rappresentante legittima della Cina nelle Nazioni Unite, espellendo al contempo la Repubblica di Cina (Taiwan).
Contesto Storico
L'importanza di questo evento non può essere sottovalutata. Sin dalla fine della guerra civile cinese nel 1949, le relazioni internazionali erano state caratterizzate da una divisione netta tra il regime comunista di Mao Zedong sulla terraferma e quello nazionalista di Chiang Kai-shek a Taiwan. Fino ad allora, il governo della Repubblica di Cina aveva mantenuto il suo seggio nell’ONU e occupato un posto significativo nel sistema internazionale.
La decisione del '71 è stata influenzata dal cambiamento degli equilibri politici globali: gli Stati Uniti avevano iniziato ad avvicinarsi diplomaticamente alla RPC dopo anni di isolamento. La visita storica del presidente Richard Nixon in Cina nel febbraio del '72 avrebbe ulteriormente segnato l'inizio della normalizzazione dei rapporti tra le due nazioni. Secondo alcune fonti, questa apertura era vista come un modo per contrastare l'espansione sovietica nella regione.
I numeri e le conseguenze
Secondo i registri ufficiali delle Nazioni Unite, circa il 47% degli stati membri ha votato a favore dell’ammissione della RPC. Questo atto ha avuto conseguenze immediate: oltre all'espulsione di Taiwan dall’ONU, ha segnato anche un drastico cambiamento nella politica estera globale e nelle dinamiche economiche nella regione asiatica.
Il passaggio dalla Repubblica di Cina alla Repubblica Popolare Cinese ha significato che molte nazioni hanno dovuto rivedere i loro rapporti diplomatici con Pechino e Taipei. Si stima che più di 20 paesi abbiano rotto le relazioni diplomatiche con Taiwan nei mesi successivi al voto dell’ONU.
Una scena emozionale
Immaginate un giorno qualunque nel sud-ovest della Cina; siamo a Chengdu il 26 ottobre dello stesso anno. Una folla festante si raduna davanti al Palazzo dei Congressi locali. Quando viene annunciata la notizia dell'accettazione della RPC all’ONU tramite altoparlanti improvvisati lungo le strade affollate dai cittadini ansiosi; ci sono lacrime e sorrisi mischiati insieme mentre le persone abbracciano sconosciuti in segno d'esultanza per ciò che percepiscono come una vittoria storica per il loro paese.
Anecdoti personali
Sebbene io non abbia vissuto personalmente quegli eventi, una persona anziana mi raccontava frequentemente delle sue esperienze durante quei tumultuosi tempi: "Ero giovane allora," diceva con nostalgia negli occhi "ma ricordo chiaramente quella mattina: c'erano bandiere rosse dappertutto e tutti sembravano eccitati per questo nuovo inizio." Questa testimonianza riflette non solo i sentimenti prevalenti nella popolazione ma anche l'impatto emotivo che questo cambiamento politico ebbe sulla vita quotidiana dei cittadini cinesi.
Solidarietà prima dei social media
Nell’era pre-social media, gli strumenti tradizionali quali catene telefoniche e annunci radiofonici giocavano un ruolo cruciale nella diffusione delle informazioni riguardanti gli eventi importanti come quello del riconoscimento internazionale della RPC. In assenza immediata delle piattaforme digitali attuali che conosciamo oggi - pensiamo a Twitter o Facebook - i residenti dovevano appoggiarsi su mezzi più convenzionali per comunicare notizie tra famiglie e amici su tutto ciò che stava accadendo sul palcoscenico mondiale.
I cittadini raccoglievano radio portatili sui mezzi pubblici o alle fermate; chi aveva accesso ai telefoni provava incessantemente a contattare parentela lontana per condividere questa “nuova speranza”. I giornali venivano letti avidamente dai cittadini; anche se limitati da censure politiche dovute alle restrizioni governative sull'informazione fresca dal fronte diplomatico.
L'evoluzione verso oggi
Mentre riflettiamo su quel momento cruciale del passato datato '71 è importante considerare quanto sia cambiato nel tempo tale scambio informativo poiché oggi possiamo ricevere aggiornamenti in tempo reale direttamente sul nostro smartphone attraverso varie piattaforme digital; senza alcun limite fisico ai confini nazionali ed essendo capacissimi d'interagire fra noi a livello globale grazie ai social media fenomeno totalmente estraneo agli uomini prima degli anni '90!
Collegamento agli sviluppi recenti
Nella nostra epoca contemporanea del 2023 viviamo esperienze simili ma completamente diverse dalle sfide affrontate negli anni '70! Conflitti geopolitici modernissimi avvengono sotto i nostri occhi attraverso reportage trasmessi in streaming online rendendo quasi impossibile sottrarsi alla nostra responsabilità civica; dai conflitti regionalisti ancora attivi fino alle crisi climatiche eccoci coinvolti tutte/i quotidianamente ed interconness@ rispetto ciò compare dinanzi allo schermo!