L'Italia entra in guerra: 1915 e il primo colpo di cannone
Ci sono momenti nella storia che segnano un cambiamento irrevocabile nel destino di una nazione. Il 24 maggio 1915, ore 05:00, Forte Verena, Altopiano di Asiago. In quel momento drammatico e carico di emozione, un colpo di cannone risuona nei cieli sereni del Trentino, annunciando l'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. Questa data rappresenta non solo l'inizio delle operazioni militari italiane contro l'Austria-Ungheria, ma anche una trasformazione profonda del tessuto sociale e politico italiano.
Il Contesto Storico dell'Entrata in Guerra
Prima del 1915, l'Italia si era mantenuta in una posizione di neutralità. Tuttavia, la proliferazione delle tensioni in Europa, alimentata dai complessi alleati e dalle rivalità nazionali, portò a riconsiderare la propria posizione. Le promesse territoriali sancite dal Patto di Londra del 1915, in cambio dell'ingresso in guerra, giocarono un ruolo fondamentale nella decisione.
Il Ruolo del Regio Esercito
Al momento dell'entrata in guerra, il Regio Esercito stava affrontando la sfida di organizzare e mobilitare le sue forze. I primi soldati che varcarono i confini in quella giornata eroica sono stati celebrati nella canzone popolare italiana “La leggenda del Piave”, la quale ne ricorda il sacrificio e la determinazione sul campo di battaglia.
Le Conseguenze dell'Entrata in Guerra
Una volta iniziati gli affrontamenti, le forze italiane si trovarono a combattere su vari fronti, affrontando gli austro-ungarici lungo le intricate linee montane. Le battaglie, lunghe e sanguinose, come quella di Caporetto, segnarono pesantemente il conflitto e il morale delle truppe italiane.
L'entrata in guerra dell'Italia contribuì a un cambio significativo degli equilibri nel conflitto e, nonostante le sfide iniziali, la partecipazione italiana si concluse con il Trattato di Rapallo nel 1920, portando all'acquisizione di territori e a una ridefinizione della mappa politica dell’Europa.
Il contesto storico della Prima Guerra Mondiale
La Prima Guerra Mondiale, nota anche come Grande Guerra, scoppiò nel luglio del 1914 a seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria. L'Europa si trovava divisa in due alleanze principali: la Triplice Intesa e la Triplice Alleanza . Inizialmente neutrale, l'Italia era legata all'Austria-Ungheria da un accordo che le imponeva di unirsi al conflitto a fianco dei suoi alleati. Tuttavia, gli interessi territoriali italiani in favore delle popolazioni italiane all'interno degli imperi centrali spinsero Roma verso una scelta diversa.
A partire dal 1915 si intensificarono le tensioni tra il governo italiano e quello austro-ungarico; l'Italia cercava nuove alleanze e opportunità per espandere il proprio territorio a danno dell'ex alleato. Il patto segreto con gli Alleati venne firmato il 26 aprile dello stesso anno a Londra; così iniziò la drammatica corsa verso la guerra.
Il primo colpo da Forte Verena
Alle prime luci dell'alba del 24 maggio del 1915 i soldati italiani posizionarono i loro cannoni su Forte Verena; quel boato segnò simbolicamente non solo l’inizio delle operazioni militari sul fronte italiano ma anche una nuova consapevolezza nazionale. Secondo alcune fonti storiche circa 1 milione di soldati italiani vennero mobilitati nel conflitto che sarebbe durato fino al novembre del 1918.
Dalla sommità dell'Altopiano di Asiago si poteva ammirare uno dei paesaggi più incantevoli d’Italia; ora però tutto ciò veniva offuscato dal fragore delle artiglierie e dalla presenza costante della guerra. Molti giovani volontari partirono con speranze miste a timori: avrebbero combattuto per difendere non solo la patria ma anche i propri ideali nazionali.
L'importanza della "Leggenda del Piave"
Dopo quel primo sparo solenne sul campo battaglia le strade furono bagnate dal sacrificio umano. I fanti che varcarono il confine tra Italia e Austria diventerebbero protagonisti della celebre “Leggenda del Piave”, scritta da Giovanni Paolo Tosti dopo il conflitto per immortalare lo spirito indomito dei soldati italiani nella lotta contro nemici temibili. La prima strofa dedicata proprio ai soldati che varcarono per primi quella linea fu un omaggio alla determinazione italiana nel fronteggiare le avversità.
I numeri della guerra
Nella successiva esperienza bellica sarebbero stati registrati oltre 600 mila morti, senza contare i feriti o i dispersi; numeri spaventosi che testimoniano quanto fosse brutale quell’epoca storica. Gli effetti psicologici sulla popolazione furono devastanti così come lo furono sul territorio stesso.
Anecdoti personali dalla Grande Guerra
C'è una storia particolarmente commovente legata agli eventi accaduti dopo quell'impatto iniziale: si racconta di un giovane soldato napoletano chiamato Giuseppe Rossi – durante uno degli scontri più violenti sul fronte – che salvò due compagni dalle macerie dopo un bombardamento austriaco avvenuto presso Monte Grappa.Una volta tornati alla base temporanea provvisoria dove erano rifugiati migliaia uomini sfiniti dal dolore immenso provocato dalla guerra accettarono rassegnatamente ciò cui avevano assistito: molti tornarono stanchi fisicamente ma fermi mentalmente ed emotivamente per affrontare insieme quel destino collettivo tragico vissuto nelle trincee europee.
La solidarietà durante la guerra pre-social media
Senza alcun dubbio è interessante riflettere su come quella grande tragedia sia stata condivisa dalle persone comuni attraverso metodi molto diversi rispetto ad oggi.Durante quegli anni turbolenti non esistevano social media o smartphone per mantenere vivo lo spirito solidale fra chi restava in patria e coloro impegnatisì nella campagna bellica,si usavano catene telefoniche massicce oppure annunci radiofonici continui trasmessi sulle onde corte per dare notizie aggiornate sull’andamento dei combattimenti o informare sulle richieste umanitarie – generando fervidi momenti comunitari intorno al tema della solidarietà.Inoltre ci sono molte testimonianze scritte riguardanti aiuti inviati dai cittadini comuni verso i familiari in trincea attraverso pacchi postali contenenti cibo o abbigliamento.Sostanzialmente viene utilizzata qualsiasi forma disponibile d’allora con grande affetto attaccandosi sentimentalmente all’idea patriottica nazionale propagandistica intrinseca.
Eredità storica nell’Italia contemporanea
Nell’epoca attuale possiamo osservare come certuni eventi abbiano influenzato largamente identità collettive regionalistiche propensi alla coscienza nazionale.In effetti oggi possiamo dire senza ombra d dubbio sui social network ci sia crescente sensibilizzazione nell’accentuazione dovuta fra giovani tendenze marcatamente patriottiche dai movimenti nostalgici riprodotti digitalmente richiamando memorie storiche ed eventi passati:questo è evidente ad esempio quando si celebra annualmente il Giorno della Vittoria!
La modalità mediante cui comunicavamo intanto allora contrastando aggressioni sarebbe evoluta enormemente; nel 2023, bastano pochi caratteri su Twitter oppure video brevi diffusi attraverso TikTok affinché milioni possano essere resitituìti visivamente sotto forma emotiva immagini meravigliose ereditate dai fastossi gladiatori! Ogni ricorrenza offre sempre occasione perfetta pertanto ora sembrano inevitabili gli interrogativi sul perché emergano similitudini comportamentali tanto sconcertanti?Come può essere possibile associare simili esperienze traumatiche attraversate ieri insieme elementi contemporanei?