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1936 – Con l'ingresso delle truppe italiane ad Addis Abeba ha termine la guerra d'Etiopia

Contesto Storico della Guerra d'Etiopia

La guerra d'Etiopia, iniziata nel 1935, è stata caratterizzata da ambizioni espansionistiche da parte dell'Italia, che mirava a stabilire un impero coloniale africano. L'Etiopia, un antico regno con una ricca storia culturale, fu uno dei pochi stati africani a rimanere indipendenti durante la corsa alla colonizzazione europea nel XIX secolo. In risposta all'invasione e alle violenze perpetrate dalle forze italiane, le truppe etiopi, sotto la guida dell'Imperatore Haile Selassie, si opposero con determinazione.

L'Invasione Italiana

Dopo mesi di combattimenti, le forze italiane, supportate dall'aviazione e da una superiorità tecnologica evidente, avanzarono inesorabilmente verso Addis Abeba. L'uso di gas tossici da parte delle truppe italiane contro i soldati e la popolazione civile etiopi suscitò scandalo internazionale ma non fermò l'avanzata militare. L'11 aprile 1936, le forze italiane sconfissero definitivamente le truppe etiopi nella battaglia decisiva di May Chew, aprendo la strada per la conquista della capitale.

La Presa di Addis Abeba

Il 5 maggio, le truppe italiane, dopo settimane di marcia, raggiunsero Addis Abeba. Al loro ingresso trionfale, Mussolini dichiarò l'Etiopia come parte integrante dell'Impero Italiano. Questo evento fu celebrato con sfilate e manifestazioni di giubilo, mentre l'Italia fascista si vantava della sua vittoria. Tuttavia, la reale situazione sul terreno era complessa: la resistenza etiopica continuò anche dopo la conquista, portando a una lunga occupazione italiana che durò fino al 1941.

Le Conseguenze dell'Occupazione

La conquista italiana di Addis Abeba non fu priva di conseguenze. Inizialmente, l'occupazione portò alla repressione brutalmente violenta della popolazione locale e all'imposizione di politiche di italianizzazione. Tuttavia, nel lungo periodo, questo scontro si trasformò in un forte sentimento nazionalista in Etiopia. La resistenza culminò nel 1941 quando, con l'aiuto degli Alleati, le forze etiopi ripresero il controllo del loro paese.

Il termine della guerra d'Etiopia: un momento cruciale nella storia coloniale italiana

Il 5 maggio 1936, una data che segna uno spartiacque significativo nelle relazioni tra Italia ed Etiopia, si ricorda come il giorno in cui le truppe italiane, dopo un lungo conflitto, entrarono ad Addis Abeba. Questo evento non solo ha concluso la seconda guerra italo-etiopica, ma ha anche segnato una tappa fondamentale nel processo di espansione coloniale dell'Italia fascista. La guerra d'Etiopia fu parte di una più ampia strategia del regime di Mussolini per affermare l'Italia come potenza mondiale e ripristinare l'antico prestigio romano.

Un contesto storico complesso

La guerra d'Etiopia (1935-1936) si inserisce in un contesto internazionale di tensioni e rivalità imperialistiche. Negli anni '30, molti paesi europei stavano cercando di espandere i propri imperi coloniali o rafforzare quelli esistenti. In particolare, l'Italia aveva già colonizzato la Libia e desiderava estendere il proprio dominio in Africa orientale. L'occupazione dell'Etiopia era vista come un modo per vendicare la sconfitta subita a Adwa nel 1896 contro le forze etiopiche.

Sempre secondo fonti storiche autorevoli, nei mesi precedenti all'invasione del 1935, Mussolini aveva incitato l'opinione pubblica nazionale a supportare la campagna militare attraverso retoriche nazionaliste che enfatizzavano il dovere imperiale dell'Italia nei confronti delle popolazioni africane. Così facendo alimentava il mito del "nuovo Impero Romano".

Un momento emozionante: l'ingresso a Addis Abeba

È il 5 maggio 1936 quando le truppe italiane entrano ad Addis Abeba; ore 11:45 del mattino... Le strade sono affollate da soldati festanti che gridano slogan patriottici mentre avanzano verso il cuore della capitale etiope. La scena è contrastante: da una parte ci sono gli occupanti con i loro fucili e uniformi brillanti; dall'altra ci sono gli etiopi impauriti e confusi dall'arrivo degli invasori.

I rapporti ufficiali indicano che oltre 50.000 soldati italiani parteciparono all'offensiva finale che portò alla conquista della capitale etiope. Questi numeri evidenziano non solo la portata dell'esercito italiano ma anche le enormi risorse mobilitate dal regime fascista per realizzare questa ambiziosa operazione militare.

Statistiche inquietanti

Secondo i dati storici disponibili, durante tutta la durata del conflitto si stima che oltre 400.000 etiopi abbiano perso la vita a causa delle ostilità dirette e delle atrocità commesse dalle forze italiane durante l'occupazione; ciò rappresenta una tragedia umanitaria senza precedenti nella storia etiope moderna.

Anecdoti di coraggio e resistenza

Una testimonianza toccante riguarda un giovane studente etiope che vide suo padre arrestato dai soldati italiani durante l'invasione iniziale nel mese di ottobre del '35. Nonostante fosse terrorizzato dalla violenza quotidiana scatenata dalle forze occupanti, decise di unirsi ai gruppi partigiani locali nella lotta contro gli invasori per salvare non solo suo padre ma anche la sua patria. Dopo mesi di combattimenti aspri e disperati , riuscì finalmente a riabbracciare suo padre liberandolo da un campo di prigionia a pochi chilometri da Addis Abeba.

Saldature della solidarietà pre-social media

Nella fattispecie dei conflitti bellicosi precedenti all'avvento dei social media odierni, le comunicazioni erano caratterizzate da modalità tradizionali come catene telefoniche tra amici o annunci radiofonici locali dove ci si aggiornava sulle ultime notizie riguardanti lo stato della guerra o su eventualità tragiche avvenute nelle comunità vicine.

Cultura della solidarietà: Si racconta spesso nei circoli accademici come famiglie intere si siano unite per supportarsi reciprocamente inviando rifornimenti alle zone colpite dal conflitto o offrendo rifugio ai profughi causati dall’invasione italiana mentre ognuno tentava disperatamente trovare modi alternativi per mantenere viva speranza nell’umanità in mezzo alla devastazione cruda provocata dalla guerra.

L'eredità lasciata dalla Guerra d’Etiopia sul presente

Nell’era moderna (2023), sarebbe interessante riflettere su quanto siano cambiate le dinamiche comunicative grazie ai social network rispetto alle catene telefoniche utilizzate durante questi periodi turbolenti; oggi piattaforme come Twitter e Facebook svolgono funzioni crucialmente diverse nel diffondere notizie locali globalmente permettendo interazioni immediate rispetto al passato dove informarsi richiedeva giorni se non settimane.Tuttavia alcuni eventi ricordano ancora tragicomicamente quelle pagine nere della nostra storia collettiva contribuendo sia al ricordo durevole dei fatti passati sia affinando così obiettivi ed ideali futuri attraverso dibattiti accesi sul tema razziale ed egualitario ancor oggi incendiari sulla scena globale purtroppo intaccata dagli effetti irreversibili delle ideologie colonialiste.

Delle conseguenze internazionali:

Anche se molte nazioni aborriscono quel tipo d’ideologia rimane chiaro ormai sempre più evidente quanto persistano tensioni geopolitiche moderne collegate indirettamente alla disuguaglianza perpetuata dai regimi colonialisti cosicché interrogarsi sul nostro passato è necessario non solo per fare pace con esso ma anche progredire verso societá migliori – possono essere restituite giustizia i discorsi spinosissimi inerenti dare voce ai soggetti oppressibili? Potremmo mai davvero capire cosa significa sopravvivere situazioni simili tramite attivismo collegato via web?

Domanda - Risposta

Quali furono le conseguenze immediate dell'ingresso delle truppe italiane ad Addis Abeba nel 1936?
In che modo la guerra d'Etiopia influenzò le relazioni internazionali dell'Italia negli anni '30?
Quale ruolo giocò la propaganda durante la guerra d'Etiopia?
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Valentina Mazzi

Dà vita agli eventi storici attraverso racconti emozionanti.


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